Abracadabra tra palcoscenico e spiritualità

Abracadabra oggi: tra palcoscenico e spiritualità

Nel tempo, Abracadabra ha lasciato i templi per entrare nei teatri. È diventata la parola per eccellenza dei prestigiatori, il suono che annuncia il momento magico, la sorpresa, l’impossibile che diventa reale.

Eppure, ogni volta che la pronunciamo, stiamo attingendo a una tradizione millenaria. È un richiamo al potere creativo della parola. A ciò che può essere trasformato solo con l’intento e l’immaginazione.

Le radici perdute della parola

Le radici perdute della parola

L’etimologia è avvolta nel mistero, proprio come la parola stessa. Alcuni studiosi pensano derivi dall’aramaico Avrah KaDabra, che può essere tradotto come: “Creo mentre parlo” o “Creo secondo la parola”. Un concetto potente, che unisce magia e linguaggio, evocazione e creazione.

Altri la collegano al greco antico, o persino a formule gnostiche usate per invocare protezione divina. Ma il significato resta volutamente criptico. Ed è forse proprio questo il suo potere.

Una parola che nasce dal mistero

Ma cosa significa davvero? E perché continua a incantarci?

Una parola che nasce dal mistero

 

“Abracadabra” è una delle parole più antiche associate alla magia. Compare per la prima volta in testi medici del II secolo d.C., usata come formula per allontanare malattie e spiriti maligni. I guaritori la scrivevano su un amuleto a forma di triangolo decrescente:

ABRACADABRA
ABRACADABR
ABRACADAB
...
A

Si credeva che, come la parola scompariva riga dopo riga, così svanissero anche i mali.