Un sorriso :-)
Un sorriso non costa nulla, ma vuole dire molto.
Arricchisce coloro ai quali esso
è rivolto, senza impoverire coloro che lo offrono.
Ha la durata di un attimo, ma spesso il suo
ricordo non svanisce più.
Nessuno è tanto ricco e tanto potente da poterne
fare a meno, e nessuno è talmente arido
da non trarre da esso almeno un po’ di carica.
Un sorriso porta gioia in casa, crea
simpatia nei rapporti di lavoro ed è la parola
d’ordine dell’amicizia.
Dà un attimo di riposo a chi è affaticato,
coraggio agli sfiduciati, è un raggio di sole per gli
afflitti ed il più naturale rimedio contro la noia.
E tuttavia non lo si può comperare,
prendere in prestito o rubare, giacché esso è qualcosa
che non ha alcun valore fintantoché non
sia stato lanciato.
Forse qualcuno è troppo stanco per
regalarvi un sorriso. Regalategliene uno voi, giacché
non c’è nessuno che abbia più bisogno di un
sorriso di colui il quale non ne ha più da regalare.
Solo chi è abbastanza folle da credere di poter cambiare il mondo, lo cambia davvero
Asino di Buridano
Fare come l’asino di Buridano. Che cosa vuole dire? Vuol dire esitare tra due cose, tra due soluzioni di un problema, senza decidersi né per l’una né per l’altra, perché entrambe ugualmente accettabili.
Come avrebbe fatto, se avesse seguito le teorie del suo padrone, il leggendario asino del filosofo francese Jean Buridan (circa 1300-1 358), rettore dell’Università di Parigi.
Questi sosteneva che la scelta della volontà cade sempre sul bene, sul valore migliore, e che quindi la volontà stessa sarebbe paralizzata e sospenderebbe la scelta, di fronte a due beni ugualmente importanti. Essa avrebbe quindi anche la libertà di non scegliere.
Ed ecco i detrattori del filosofo inventare il paradosso dell’asino ugualmente affamato e assetato che, posto a uguale distanza da un secchio d’acqua e uno di avena, non sceglie, e quindi muore di fame e di sete.
Siete asini o cavalli di razza?
Ne uccide più la lingua che la spada – Regola delle 10 P
Regola delle 10 P
Una spada può ferire quando colpisce il bersaglio, le parole non feriscono, LE PAROLE UCCIDONO!
Uccidono la parte più fragile di una persona, la sua anima, ed ogni colpo è letale e non ci sono strumenti per difenderci, non esistono.
Quando la spada manca il colpo, il pericolo è scampato. Le parole, anche quando non colpiscono subito, rimangono lì, sospese e quando meno te lo aspetti, tornano!
Le parole hanno un Potere con la P maiuscola.
Mi ricordo di aver letto che una ragazza a scuola raccontava: La mia maestra diceva sempre:”Utilizzate la regola delle 10 P”:
PRIMA
PENSA
POI
PARLA
PERCHÈ
PAROLE
POCO
PENSATE
PORTANO
PENA
Ricordare siamo italianI con la I maiuscola
Alcuni termini tecnici per ricordare che siamo italianI. Grazie a “giornali”
- account = conto (in senso di internet e non bancario, chissà perchè)
- background = sfondo, scenario (che è usato in inglese!!)
- backstage = dietro le quinte (effettivamente è più comodo)
- banner = cartellone pubblicitario su internet
- break = pausa
- blitz = assalto
- box = scatola, riquadro, garage,.. (un’astrazione molto utile che in italiano vuol dire tutto e niente)
- brochure = opuscolo
- call center = assistenza telefonica
- card = scheda, carta
- chart = classifica, grafico
- channel = canale
- chef = cuoco (ma chef diventi solo quando sei bravo)
- clown = pagliaccio (ma solo se sei sfigato)
- default = predefinito
- depliant = opuscolo
- digital divide = divario tecnologico
- display = schermo
- dossier = cartella, approfondimento
- editor = editore
- educazione = istruzione, scolatistica (da education)
- election day = giorno delle elezioni
- fashion = stiloso
- fiction = finzione
- fitness = attività fisica, benessere
- flame = polemica
- free = gratuito, libero (in inglese è ambiguo)
- gossip= pettegolezzo
- home = casa, cartella personale
- home page = pagina iniziale, principale
- job placement = collocamento
- kermesse = manifestazione
- know-how = conoscenza
- leader = capo
- link = collegamento (usato anche fuori dal contesto tecnologico)
- live = dal vivo
- manager = amministratore
- magazine = rivista
- made = fatto, fabbricato
- marketing = pubblicità
- master = dottorato
- media = organi d’informazione
- media meeting = incontro, riunione
- mobbing = pressione psicologica (sul lavoro)
- network = rete
- news = notizie
- outlet = spaccio, sbocco
- poll = sondaggio
- pool = squadra
- provider = fornitore internet (in inglese internet service provider ISP)
- question time roadmap = piano relax = rilassamento
- sexy = provocante
- shock = spavento
- show = spettacolo
- situation = (lo capite da soli mi rifiuto di tradurlo)
- slide = diapositiva, lucido
- speaker = autoparlanti
- speech = discorso
- stage = tirocinio
- tax day = giorno delle tasse
- talk = discorso
- team = squadra
- task force = squadra/gruppo di esperti
- tool = strumento
- topic = argomento
- twin towers = torri gemelle
- tutor = tutore
- welfare = stato sociale
- zoom = ingrandimento
Da Marco Roberto Bertoli
Quando incontri persone come queste mettiti davanti allo specchio per sessanta secondi e scopri che in qualche modo come dare una mano. SICURO.
La carità è fatta da due mani, una che dà, l’altra che riceve ed entrambe devono rimanere sempre vuote.
Quella che dà, deve essere vuota poiché ha saputo dare tutto ciò che aveva, quella che riceve non può trattenere nulla perché ha bisogno di tutto.
In missione apprendiamo a non giudicare perché a poco serve.
Impariamo a non esitare perché altrimenti è sempre troppo tardi.
Apprendiamo a scusarci e a metterci in discussione quando sbagliamo, perché non possiamo educare senza umiltà.
Ci sforziamo di perdonare, non per dimenticare l’accaduto, ma per ricordarlo senza amarezza.
E allora l’esperienza inizia da adesso. www.padrepellegrino.org oppure il progetto che vuoi tu e quando vuoi usa questi strumenti. Bene così.
Come essere bene accolti ovunque
Perché leggere questo per scoprire come comportarsi per farsi un amico? Perché non studiare la tecnica del più grande conquistatore che il mondo abbia mai conosciuto? Chi è? Lo si può incontrare a ogni angolo di strada. Se ti avvicini, comincia a scodinzolare, se ti fermi e lo accarezzi quasi salterebbe fuori dalla pelle per mostrarti quanto gli piaci. E si sa che dietro queste dimostrazioni d’affetto non si nascondono bieche motivazioni: non vuole venderti niente e neppure ti vuole sposare.
Avete mai pensato che il cane è l’unico animale che non lavora per vivere? La gallina deve fare le uova, la mucca deve produrre il latte, il canarino deve almeno cantare. Ma, per la maggior parte, il cane vive dell’amore che vi dà.
Puoi farti più amici in due mesi mostrandoti sinceramente interessato agli altri che non in due anni tentando di indurre gli altri a interessarsi a te. Lasciatemelo ripetere, ci si fa più amici in due mesi mostrandosi interessati agli altri che non in due anni tentando di indurre gli altri a interessarsi a noi.
Eppure voi e io conosciamo bene persone che si comportano stupidamente per tutta la vita, cercando di attirare gli altri e indurli a interessarsi a loro. Naturalmente non funziona. Alla gente non importa niente né di voi né di me. L’unico oggetto del loro interesse è la loro stessa persona.
Ventiquattr’ore su ventiquattro..
La cravatta a pois con pallini bianchi su sfondo blu
Avete mai osservato la cravatta a pois dei politici? Di qualsiasi partito. A che cosa gli serve?
La cravatta a pallini bianchi con sfondo blu serve a fissare l’attenzione e quindi è il primo principio dell’ipnosi. Il principio dell’ABS dove la A sta per attrarre l’attenzione.
Qualche consulente manipolatore ha insegnato, già da tempo a qualche politico a usarlo e mostrarlo in pubblico e forse non lo sa nemmeno il politico stesso come funziona.
In contribuire a diffondere questa notizia è aiutare a comprendere la tra ipnosi e manipolazione.
Attualmente la più diffusa nel mondo politico italiano è la cravatta a pallini bianchi su sfondo blu, stile “Marinella”, una famosa sartoria di Napoli; a rendere ancora più famosa questa sartoria il fatto che un politico ne abbia acquistate a centinaia, per sé.
Da adesso, quando guardate una persona con la cravatta blu scuro a pois bianchi, fissate la vostra attenzione sul suo volto e quindi avrete un’occasione in più per stare attenti alle sue Microespressioni e non al suo stile manipolativo. Potrete così comprendere quando mente o quando sia sincero.
Tuttavia ritengo che la politica sia una passione nobile dove scopi, identità e alti valori sono i veri principi a cui ispirarsi sempre e che quindi ogni uno di noi deve davvero interessarsene.
In ultimo, vi verrà in mente tra qualche istante un dubbio e una domanda! Ci sono altri colori che influenzano la nostra mente? Ovviamente si, Barach Obama, con il colore delle sue cravatte, insegna.
Quando scoprite nuovi colori che influenzano la nostra mente scrivetemi a questo indirizzo gualdi@abracadabra.it.
Grazie.
FATHER FORGETS di W. Livingstone Larned
Ascolta, figlio: ti dico questo mentre stai dormendo con la manina sotto la guancia e i capelli biondi appiccicati alla fronte. Mi sono introdotto nella tua camera da solo: pochi minuti fa, quando mi sono seduto a leggere la biblioteca, un’ondata di rimorso mi si è abbattuta addosso, e pieno di senso di colpa mi avvicino al tuo letto.
E stavo pensando a queste cose: ti ho messo in croce, ti ho rimproverato mentre ti vestivi per andare a scuola perché invece di lavarti ti eri solo passato un asciugamani sulla faccia, perché non ti sei pulito le scarpe. Ti ho rimproverato aspramente quando hai buttato la roba sul pavimento.
A colazione, anche lì ti ho trovato in difetto hai fatto cadere cose sulla tovaglia, hai ingurgitato cibo come un affamato, hai messo i gomiti sul tavolo. Hai spalmato troppo burro sul pane e, quando hai cominciato a giocare e io sono uscito per andare a prendere il treno, ti sei girato, hai fatto ciao ciao con la manina e hai gridato: “Ciao papino!” e io ho aggrottato le sopracciglia e ho risposto: “Su diritto con la schiena!”
E tutto è ricominciato da capo nel tardo pomeriggio, perché quando sono arrivato eri in ginocchio sul pavimento a giocare alle biglie e si vedevano le calze bucate. Ti ho umiliato davanti agli amici, spedendoti a casa davanti a me. Le calze costano, e se le dovessi comperare tu, le tratteresti con più cura.
Ti ricordi più tardi come sei entrato timidamente nel salotto dove leggevo, con uno sguardo che parlava dell’offesa subita? Quando ho alzato gli occhi dal giornale, impaziente per l’interruzione, sei rimasto esitante sulla porta. “Che vuoi?” ti ho aggredito brusco. Tu non hai detto niente, sei corse verso di me e mi hai buttato le braccia al collo e mi hai baciato e le tue braccine mi hanno stretto con l’affetto che Dio ti ha messo nel cuore e che, anche se non raccolto, non appassisce mai. Poi te ne sei andato sgambettando giù dalle scale.
Be’, figlio, è stato subito dopo che mi è scivolato di mano il giornale e mi ha preso un’angoscia terribile. Cosa mi sta succedendo? Mi sto abituando trovare colpe, a sgridare; è questa la ricompensa per il fatto che sei un bambino, non un adulto? Non che non rivolessi bene, beninteso: solo che mi aspettavo troppo dai tuoi pochi anni e insistevo stupidamente a misurarti col metro della mie età.
E c’era tanto di buono, di nobile, di vero, nel tuo carattere! Il tuo piccolo cuore così grande come l’alba sulle colline. Lo dimostrava il generoso impulso di correre a darmi il bacio della buonanotte. Nient’altro per stanotte, figliolo. Solo che son venuto qui vicino al tuo letto e mi sono inginocchiato, pieno di vergogna.
È una misera riparazione, lo so che non capiresti questo cose se te le dicessi quando sei sveglio. Ma domani sarò per te un vero papà. Ti sarò compagno, starò male quando tu starai male e riderò quando tu riderai, mi morderò la lingua quando mi saliranno alle labbra parole impazienti. Continuerò a ripetermi, come una formula di rito: “è ancora un bambino, un ragazzino!”
Ho proprio paura di averti sempre trattato come un uomo. E invece come ti vedo adesso, figlio, tutto appallottolato nel tuo lettino, mi fa capire se sei ancora un bambino. Nel tuo lettino, mi fa capire che sei ancora un bambino. Ieri eri dalla tua mamma, con la testa sulla sua spalla. Ti ho sempre chiesto troppo, troppo.
Invece di condannare l’operato della gente, cercate piuttosto di capirla. Cercate di immaginare perché la gente fa quello che fa. È molto più utile e interessante che criticare, senza contare che genera simpatia, tolleranza e gentilezza. “Chi tutto sa, tutto perdona.”