Il leader è un ipnotista! Parola di leader.

L’ipnosi è uno stato della nostra mente che ogni persona sperimenta per almeno dieci minuti ogni ora: lo puoi osservare quando stai per addormentarti, quando ti svegli la mattina, quando sei sorpreso e rimani a bocca aperta, in un momento di shock, poco prima di sbadigliare.

In questo STATO accadono “fatti STUPEFACENTI”.

Ti è mai capitato di partire da un luogo per raggiungerne un altro e di non ricordare la strada percorsa? In quell’occasione hai sperimentato uno stato ipnotico!

Ti è mai successo di aver pensato tutto il giorno alla risoluzione di un problema e di non averla trovata, andare a letto e poi risvegliarti la mattina con la risposta? Non “ci hai solo dormito sopra”, è stato il tuo cervello ad elaborare per te la soluzione in una condizione inconscia.

A che cosa serve l’ipnosi?

Serve a capire meglio se stessi e gli altri, ad entrare in contatto con il proprio inconscio e a risvegliare parte dei nostri pensieri nascosti. Molti sostengono che la PNL (programmazione-neuro-linguistica) sia solo e semplicemente ipnosi.

Quello che ho scoperto è che i migliori leader sono visionari, persone in grado di immaginare ciò che ancora non esiste, di usare l’ipnosi con gli altri conVincendoli e di vivere spesso in uno stato di trance con se stessi. Potremmo dire che IPNOTISTA è un LEADER? Probabilmente SÌ.

Le parole, specialmente sul nostro inconscio, hanno un grande potere.

Come funziona la mente in uno stato d’ipnosi?

Quando siamo concentrati ad ascoltare qualcuno le nostre onde celebrale (cioè la nostra mente) rallentano.

Il significato della parola Ipnosi? Ipnosi non significa sonno (come molti credono) ma è uno stato amplificato della propria realtà.

Ciò che maggiormente sorprende è che a volte si tende a trovare termini astratti per spiegare lo stato della mente. Potremmo chiamarla semplicemente ipnosi. Molti si spaventano davanti a questa parola: immaginano di essere costretti a fare qualcosa contro la propria volontà, di addormentarsi per non risvegliarsi più. Niente di tutto ciò!

Scientificamente come funziona?

Per capire meglio come ci comportiamo in uno stato d’ipnosi dobbiamo comprendere prima come funzionano le onde celebrali.

La frequenza di tali onde, calcolata in “cicli al secondo”, o Hertz (Hz), varia a seconda del tipo di attività in cui il cervello è impegnato e può essere misurata con l’elettroencefalografia (EEG), strumento che registra l’attività elettrica dell’encefalo.

L’elettroencefalografo è infatti lo strumento che, mediante elettrodi applicati al cuoio capelluto, viene utilizzato per registrare e rilevare i potenziali elettrici del cervello e visualizzarne l’andamento temporale in una forma grafica (EEG).

Come si dividono le onde celebrali?

  • onde Delta: sono caratterizzate da una frequenza che va da 0,1 a 3,9 Hertz. Sono le onde che caratterizzano gli stadi di sonno profondo.
  • onde Theta: vanno dai 4 ai 7,9 Hertz, caratterizzano gli stadi 1 e 2 del sonno REM.
  • onde Alfa: sono caratterizzate da una frequenza che va dagli 8 ai 13,9 Hertz, tipiche della veglia ad occhi chiusi e dello stato di rilassamento o di stanchezza. Normalmente quando stiamo ascoltando un evento, una lezione o chi ci parla.
  • onde Beta: vanno dai 14 ai 30 Hertz, si registrano in un soggetto cosciente e che sta parlando.
  • onde Gamma: vanno dai 30 ai 42 Hertz, caratterizzano gli stati di particolare tensione.

Le onde Theta sono quelle maggiormente utilizzate in uno stato d’ipnosi.

L’ipnostista è un LEADER

  • Chi guida, per esempio, in una coppia di ballo è il leader; l’altra persona si fida e viene guidata.
  • Un missionario ha come scopo quello di donare la propria vita agli altri e quindi trasmette empatia ed entra in profonda sintonia con il prossimo per cambiare il mondo. E lo cambia davvero.
  • Un imprenditore motiva conVincendo (vincendo assieme al suo gruppo).
  • Un buon politico si confronta con gli altri e solo quando è in grado di mediare costruisce il futuro di un paese.
  • Infine anche il manipolatore può essere un ipnotista (e qui non sta a me giudicare). Usa maldestramente le competenze per far fare agli altri ciò che loro non desiderano davvero.

In un modo o nell’altro tutti possiamo essere dei LEADER

Pappette

Quando un piccolo di sei mesi cui stanno dando una pappetta guarda il viso della madre, e la madre sta pensando: “Che porcheria, puzza proprio”, il bambino legge i titoli sul viso della madre e sputa tutto.

Non dovete far altro che osservare come i bambini piccoli studiano il viso della madre o del padre. Sanno quando smetterla un attimo prima di prendersi un rimprovero. E sanno esattamente quante volte chiedere una caramella per ottenerla. Non ha importanza quanti “no” vengono loro detti, loro avvertono l’affievolirsi dei “no”. Sanno benissimo quando il “no” è diventato debolissimo, e una pressante richiesta di caramelle frutta un accondiscendente “si”.

Erickson ci sta dicendo che quando eravamo bambini ci rendevamo conto del tono della voce, e degli altri metamessaggi che accampagnavano le parole. Ci ricorda che eravamo influenzati dagli atteggiamenti e dai gusti dei nostri genitori, in un tempo in cui non eravamo in condizione di valutarli in modo autonomo. Questo genere di influenza è stato determinante non solo nei riguardi delle nostre abitudini, valori, gusti, ma anche, sfortunatamente, nell’adozione delle paure, pregiudizi e fobie dei nostri genitori.

Quando narrava questa storiella a dei terapeuti, io credo che stesse loro dicendo, tra l’altro: “Perché qui e adesso non fate attenzione a questi messaggi non verbali?”. Incidentalmente, l’impiego ripetuto delle parole “sanno” e “no” era caratteristico. Forse sta suggerendo a un paziente che può “sapere” di poter dire “no”, per esempio a un sintomo. Conclude poi il racconto con una nota positiva, con un “sì”. Il messaggio indiretto o celato è insomma che i “no”, i dinieghi, diverranno sempre più deboli, e che al paziente rimarrà un positivo raggiungimento del successo o del sollievo, un “sì”.

dal libro: la mia voce ti accompagnerà

Vuoi assaggiare?

Mio figlio Bert avrebbe potuto essere un eccellente psichiatra, e invece ha scelto di fare l’agricoltore. Ha avuto sei maschi e una femmina. Era preoccupato che i suoi ragazzi cominciassero a fumare, a bere alcol, a prendere droghe, e via dicendo. Così, fin dall’inizio, faceva loro vedere cose innocue dall’aspetto interessante, come il grasso per ingranaggi. Quando gli facevano domande, diceva: ”Perché non lo assaggi?”. Oppure prendeva una graziosa bottiglietta: ”Perché non l’annusi?”. Ora, l’ammoniaca non è molto piacevole da annusare! Ciascun ragazzo imparò a stare molto attento a ciò che metteva in bocca. Era un buon modo di crescere.

Erickson esprime nuovamente la propria convinzione che il modo migliore di imparare sia farlo attraverso la propria esperienza personale. L’occasione per questa esperienza sarà fornita dai genitori, dagli insegnanti e dai terapeuti. Bert non ha bisogno di far provare veramente ai suoi ragazzi il tabacco, l’alcol o la droga, perché ha insegnato loro, per esperienza, a “stare molto attenti a ciò che mettono in bocca”. Negli anni della loro formazione ha fornito loro delle esperienze che più tardi li avrebbero portati a saper discriminare. Una volta che hanno imparato a discriminare ci si può fidare di lasciarli decidere da soli se usare tabacco, alcol o droga.

dal libro: la mia voce ti accompagnerà

I vantaggi di chi sceglie un’unica azienda di comunicazione

  1. stabilire e conoscere da subito l’entità del budget pubblicitario che metterà a disposizione per l’intero anno. (costi certi)
  2. avere un programma chiaro della comunicazione pubblicitaria che farà durante l’anno
  3. seguire degli obiettivi
  4. non rischiare di scegliere a caso tra le varie proposte pubblicitarie che vengono fatte durante l’anno (telefonate e proposte varie)
  5. evitare perdite di tempo ricevendo rappresentanti pubblicitari di aziende spesso sconosciute
  6. investire i propri soldi in pubblicità mirate
  7. avere un unico interlocutore per tutto ciò che concerne la comunicazione aziendale

Il contrario della parola “giudizio” per Te

Puoi scoprire che guardando la realtà con occhi diversi avrai un giudizio diverso. Quando solo per un attimo ti metti nei panni della persona che stai iniziando a giudicare, con la sua esperienza, con la sua storia, con i suoi limiti e le sue cellule, allora ti dai subito una risposta e sai che tu avresti fatto peggio. Farai parte anche tu della cultura dell’accoglienza e della gentilezza.

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Il potere della mente attraverso l’ipnosi: l’extra power

Le forze sconosciute della mente umana.

Prof. Giuseppe Vercelli, inventore del metodo Sfera. I fattori, che costituscono questo metodo sono :

  1. Sincronia
  2. Punti di Forza
  3. Energia
  4. Ritmo
  5. Attivazione

Allenandosi ad entrare in uno stato di trance, l’atleta può riuscire ad accede a ciò che il famoso psicoterapeuta Giuseppe Vercelli definisce “extra power”, ovvero un potere extra, supplementare, che risiede nella mente di ogni persona.

www.giuseppevercelli.it

Psicologo e psicoterapeuta, docente di Psicologia dello Sport e della Prestazione Umana presso l’Università degli Studi di Torino. . Insieme al suo Team ha ideato e sviluppato il Modello S.F.E.R.A. per l’analisi e l’ottimizzazione della prestazione. Dirige il Centro di Psicologia dello Sport e della Prestazione Umana dell’ISEF di Torino.

Il principe mago. Principesse, isole e Dio.

C’era una volta un giovane principe che credeva in tutte le cose tranne che in tre.

Non credeva nelle principesse, non credeva nelle isole, non credeva in Dio. Il re suo padre gli diceva che queste cose non esi­stevano. Siccome nei domini paterni non vi erano né principesse né isole né alcun segno di Dio, il principe credeva al padre.

Ma un bel giorno il principe lasciò il palazzo reale e giunse al paese vicino. Quivi, con sua grande meraviglia, da ogni punto della costa vide delle isole e, su queste isole, strane e inquietanti creature cui non si arrischiò di dare un nome. Stava cercando un battello, quando lungo la spiaggia gli si avvicinò un uomo in abito da sera, di gran gala.

“Sono vere isole, quelle?”, chiese il giovane principe.

“Certo, sono vere isole”, rispose l’uomo in abito da sera.

“E quelle strane e inquietanti creature?”.

“Sono tutte genuine e autentiche principesse”.

“Ma allora anche Dio deve esistere! “, gridò il principe.

“Sono io Dio”, rispose l’uomo in abito da sera con un inchino.

Il giovane principe tornò a casa al più presto.

“Eccoti dunque di ritorno”, disse il re, suo padre.

“Ho visto le isole, ho visto le principesse, ho visto Dio”, disse il principe in tono di rimprovero.

Il re rimase impassibile.

“Non esistono né vere isole né vere principesse né un vero Dio”.

“Ma è ciò che ho visto! “.

“Dimmi com’era vestito Dio”.

“Dio era in abito da sera, di gala”.

“Portava le maniche della giacca rimboccate?”.

Il principe ricordava che erano rimboccate. Il re rise.

“È la divisa del mago. Sei stato ingannato”.

A queste parole il principe tornò nel paese vicino e si recò alla stessa spiaggia dove s’imbattè di nuovo nell’uomo in abito da sera.

“Il re mio padre mi ha detto chi sei”, disse il principe indignato. “L’altra volta mi hai ingannato, ma non m’ingannerai ancora. Ora so che quelle non sono vere isole né vere principesse, perché tu sei un mago”.

L’uomo della spiaggia sorrise.

“Sei tu che t’inganni, ragazzo mio. Nel regno di tuo padre vi sono molte isole e molte principesse. Ma tu sei sotto l’incantesimo di tuo padre e non le puoi vedere”.

Il principe tornò a casa pensieroso. Quando vide il padre, lo fissò negli occhi.

“Padre, è vero che tu non sei un vero re, ma solo un mago?”.

Il re sorrise e si rimboccò le maniche.

“Sì, figlio mio, sono solo un mago”.

“Allora l’uomo della spiaggia era Dio”.

“L’uomo della spiaggia era un altro mago”.

“Devo sapere la verità, la verità dietro la magia”.

“Non vi è alcuna verità, dietro la magia”, disse il re.

Il principe era in preda alla tristezza. Disse: “Mi ucciderò”.

Il re, per magia, fece comparire la morte. Dalla porta la morte fece un cenno al principe. Il principe rabbrividì. Ricordò le isole belle ma irreali e le belle ma irreali principesse.

“Va bene”, disse, “riesco a sopportarlo”.

“Vedi, figlio mio”, disse il re, “adesso anche tu stai diventando un mago”.

Da The magus, di John Fowles, Dell Publishing Co., Inc.,pp. -499-500.

Lamentemente

“È vero che la mente mente?”. Format divertente ed esperienziale con per capire come il “fai da te” specialmente nella finanza può essere disastroso e catastrofico. Si. Perché quando pensi che tutto sia stato fatto nel modo giusto ti accorgi di aver perso il 30% del tuo capitale.
Non a caso i premi Nobel della finanza sono degli psicologi.
Assieme ai miei collaboratori abbiamo preparato dei giochi esperienziali che sia voi che i vostri clienti possono fare agli altri. Alcuni effetti magici “lasceranno” l’effetto necessario a spiegare come la mente mente, altri spiegati e alcuni regalati.
In questo modo i tuoi clienti e i tuoi collaboratori verranno “resi protagonisti” e vivranno un’esperienza magica personale e diretta.

Alcuni dati sui social

Lo sapevate che la media giornaliera degli utenti che comunicano con facebook è di 79 minuti?

Facebook e Instagram hanno introdotto una nuova sezione che mostra ai possessori del profilo di vedere effettivamente quanto tempo utilizzano i social.

Anche interessante sapere che le app del social network; Facebook Messenger, WhatsApp e Instagram, come dichiara Mark Zuckerberg saranno completamente integrate: “Possibile scambiarsi messaggi tra una piattaforma e l’altra e che con l’integrazione ci saranno vantaggi per privacy e sicurezza.

Dopo questi dati non si può pensare al futuro e realizzare la Campagna Promozionale sui social

Da tempo, per i nostri clienti pianifichiamo, impostiamo e progettiamo le campagne promozionali su Facebook e su Google, ottimizzandone i risultati fino a quando si raggiunge la piena autonomia nella gestione della pagina.

Studiamo, il settore e la concorrenza e pianifichiamo il modo efficace e accurato la comunicazione con Facebook e con gli altri social.

Tutto questo si può fare con la creazione di campagne gratuite e con annunci a pagamento (pay per click) su Facebook finalizzate a raggiungere esclusivamente il pubblico di riferimento (anche in locale, quindi utilizzando gli utenti geolocalizzati)

Le campagne annunci, infatti, possono essere efficaci per più scopi:

  • Promuovere un prodotto o servizio
  • Pubblicizzare un evento
  • Reperire nuovi contatti e clienti
  • Aumentare il numero di fan della propria pagina aziendale
  • Pubblicizzare offerte speciali

La nuova comunicazione permetterà di contattare esattamente i destinatari degli annunci, senza spreco di budget e con la massima trasparenza e ottimizzazione del ritorno sull’investimento.

Guardare o vedere? Osservare o immaginare?

GUARDARE, significa fermare lo sguardo su qualcosa. Senza vedere.
VEDERE è avere un’idea, andare oltre, intuire: percepire con gli occhi della mente.
OSSERVARE è custodire, considerare. Osservare, significa considerare con attenzione al fine di conoscere meglio, rendersi conto. Osserviamo le emozioni, gli stati d’animo. L’osservazione ci consente di entrare nell’impalpabile mondo dell’invisibile agli occhi.
IMMAGINARE è forse la parola più ipnotica che esista. E ciò che vorrei fare con voi, per rendere il mondo migliore, se lo volete e quando lo potrete fare, è immaginare di essere al di sopra di qualsiasi giudizio per saper perDonare semplicemente.