Creiamo e formiamo l’Azione

Ogni giorno, ogni attimo.

Tutto ciò che è Azione ha sempre motivato il mio modo di essere e delle persone attorno a me.

Alcuni anni fa costituii la mia prima società a responsabilità limitata e la chiamai “ComunicAAzione”.

I principi comuni che condivido con le persone che frequento sono: ComunicAzione (la mia prima mission) FormAzione, MotivAzione, FormAzione, InformatizzAzione, ProgettAzione, NegoziAzione, ConversAzione, OrganizzAzione, IpnotizzAzione, ProgrammAzione, EducAzione.

Il concetto di Azione nell’ambito finanziario è unico; esso equivale a capacità e volontà decisionale (proprio una decisione di volontà); corrisponde al dare fiducia e quindi a procedere a sostenere e finanziare un’idea o un’iniziativa. Equivale ad un titolo rappresentativo di una quota della proprietà di una società per azioni.

L’Azione va considerata, a tutti gli effetti, come una forma di investimento da parte del detentore sotto forma di strumento finanziario.

Il ricorso alle Azioni consente un più facile scambio delle stesse, ad esempio attraverso lo strumento del mercato azionario.

All’interno di ciascuna categoria le Azioni devono avere pari valore e offrire uguali diritti.

Analizzando la parola Azione, sui vocabolari ho trovato queste due definizioni:

  1. La capacità umana di modificare il reale a fini economici, politici, etici: uomo d’azione (contrapposto a uomo di pensiero o di contemplazione).
  2. Forza determinante, capacità di produrre determinati effetti. “i suoi propositi si sono trasformati in Azioni”.

Il motto è proprio quello di aiutare le persone di successo.

Tutte le persone hanno dentro di se una capacità incredibile di fare accadere gli eventi ovvero di farle succedere.

Tecniche di comunicazione web e quanto basta

Comunicazione web e quanto basta. Queste indicazioni sono tratte da una pagina internet. Per lavorare bene, questi cinque punti, possono essere un buon esempio di comunicazione web e questi consigli possono anche bastare.

1. Sapete a chi state parlando?

Prima della creazione fisica del sito pensate a chi cercherà la vostra azienda o i vostri servizi e basate le scelte sui loro bisogni.

2. Il fattore Q.B nella ricetta del sito perfetto

Quanto contenuto fornire all’utente? Q.B. Quanto basta, vuol dire focalizzarsi subito sull’argomento più importante ed evitate di inserire troppe informazioni, il rischio di creare confusione è dietro l’angolo.

3. Tornate sui vostri passi

È importante monitorare sempre la situazione, capire dove state sbagliando e modificare gli elementi che non funzionano. In questa prospettiva testare è la chiave per far sì che il sito lavori meglio e converta.

4. Siate responsabili (e responsive)

Ormai accediamo ai siti web principalmente dal nostro smartphone o tablet. I contenuti devono adattarsi ad ogni tecnologia e tipologia di schermo per dare a tutti gli utenti la medesima esperienza.

5. Pensate a lungo termine

L’obiettivo non è solo ottenere visualizzazioni uniche ma trasformare un utente in cliente. Ponetevi obiettivi che vadano oltre il breve periodo e mantenete le promesse.

Prodotto – il valore della parola -dotto

Prodotto. Prodótto o Prodòtto

Tempo fa ho partecipato a un convegno che aveva proprio l’obiettivo di fare ragionare le persone sulla differenza dei due termini. Devo dirvi che è stato molto utile e interessante.

pro-dotto

dotto

Evidente la parte del Pro dòtto che significa dotto prima ovvero che possiede o dimostra grande preparazione e competenza in uno o più campi del sapere e della conoscenza.

Infine: una piccola intuizione è stata quella di vedere alcuni significati delle desinenze

Per questo motivo ho navigato in internet per trovare qualcosa d’interessante e ho il piacere di condividere questo sito interessante https://www.prodottodellanno.it. Il sito all’apparenza semplice si basa su 2 concetti:

  1. Novità e innovazione
  2. Data d’inserimento in distribuzione

Per innovazione si intende un prodotto completamente nuovo, oppure una nuova formula o ricetta, un nuovo formato, un complemento di gamma, una diversificazione, un nuovo packaging, l’uso di una nuova tecnologia: tutti i prodotti che si propongono ai consumatori in una veste nuova, andando incontro alle loro esigenze. Partecipano anche i nuovi servizi per i consumatori, assicurativi, bancari, telefonici, ecc.

Qui si può trovare la lista dei prodotti eletti https://www.prodottodellanno.it/eletti2016.html

ProMuovere. Il valore della parola promuovere

Promuovere ovvero muovere prima

Spesso mi diverto a dividere le parole. Devo questa mi caratteristica ai tempi dell’adolescenza e ancora oggi mi ricordo un comico (Giampiero Orselli) che stupiva con le filastrocche e nomi dai doppi sensi.

Caramella mortadella mandarino mandolino tamarindo damigiana marachella mortadella mandarino bacinella.

Oggi uso di frequente, per non dire sempre, questa modalità e valorizzo le parole che mi colpiscono; permetto anche alla nostra parte conscia di capire, o meglio pensare di capire, che cosa arriva dal e al nostro cervello. Per fare questo metto semplicemente in maiuscolo una parola della frase; come di solito faccio nella firma della mia e-mail personale: ComunicAzione ResponsAbile.

ProMuovere.

Da Ora, oggi, domani, fatelo anche voi e quando trovare qualche vocabolo o parola interessante che in qualche modo vi cambia il vostro punto di vista, vi chiedo di farmi un favore! Mandatela anche a me:

Il significato di programmare e pianificare è fondamentale per la gestione della nostra vita. Infatti chi programma e pianifica può tranquillamente vedere il valore del proprio tempo anche retribuito al di sopra di ogni aspettativa. Promuovere ovvero MUOVERE PRIMA, in realtà lo è ancora di più perché, in qualche modo le rappresenta entrambe.

Pensate che un ora può valere anche più di mille euro quando è ben proMossa, pianificata e preparata.

Da oggi questa fantastica parola “proMuovere” entra a far parte del mio vocabolario.

Hai una parola che ti piace e in qualche modo è fonte di stimolo proprio per la sua composizione? Inviamela.

Stupore e pregiudizio il potere dell’ascolto

Spesso il nostro giudizio viene prima di avere compreso il messaggio.

Vediamo lo stupore sul viso delle persone che si stanno guardando e che a volte non capiscono e spesso facciamo così anche noi nei loro confronti e con gli altri.

Ci piace stare comodi e non uscire al di fuori delle nostre convenzioni e convinzioni.

Trovo questo artista semplicemente geniale e incompreso fino alla fine. Ad un certo punto, con stupore, pensavo di aver sbagliato video e di trovarmi a vedere il solito video spazzatura.

Lo amerete anche voi. Godetevi, con stupore, questi minuti di video e fatevi trasportare in un nuovo mondo con l’unica parola veramente potente per fare tutto il resto. FIDATEVI.

All’inizio le persone sembrano interessate, poi curiose, annoiate, disturbate, quasi come se fossero li e stessero pensando di perdere del tempo, di seguito amareggiate e infine anche disturbate, ma in un attimo guardate anche voi cosa succede.

É un pittore molto particolare e creativo, è la prima volta che vedo un lavoro del genere.

Questo video mi ha fatto capire due fattori:

  • il primo di ascoltare fino alla fine ciò che uno ha da dire o da mostrami,
  • il secondo è che tutto ciò deve durare da un minuto fino al massimo di un minuto e trenta secondi. PUNTO.

Il video è tratto dalla trasmissione Anderson weekdays – Stage in ‘Anderson’s Viewers Got Talent’

Direttore generale e le sue competenze

Ho conosciuto una persona di cui vi voglio parlare; il direttore generale.

Hasmonai Hazan una persona, un amico, un cliente. Nella sua vita è stato direttore generale di grandi aziende e penso che i suoi consigli abbiano aiutato a far crescere molto i suoi collaboratori. Ancora oggi si occupa di fare ragionare anche me; un giorno di qualche mese fa durante una chiacchierata mi ha donato la sua esperienza su che cosa debba saper fare un buon DG:

  1. Saper scegliere i propri collaboratori

  2. Sapere fare le domande

  3. Capire quando vengono dette le bugie

e comunque è molto meglio quando non conosce troppi argomenti tecnici del settore in cui opera.

Il vento e il sole – Esopo

Un giorno il vento e il sole cominciarono a litigare.
Il vento sosteneva di essere il più forte e a sua volta il sole diceva di essere la forza più grande della terra.
Alla fine decisero di fare una prova.
Videro un viandante che stava camminando lungo un sentiero e decisero che il più forte di loro sarebbe stato colui che sarebbe riuscito a togliergli i vestiti .
Il vento, così, si mise all’opera: cominciò a soffiare ,e soffiare , ma il risultato fu che il viandante si avvolgeva sempre più nel mantello.
Il vento allora soffiò con più forza , e l’uomo chinando la testa si avvolse un sciarpa intorno al collo.
Fu quindi la volta del sole, che cacciando via le nubi, cominciò a splendere tiepidamente.
L’uomo che era arrivato nelle prossimità di un ponte , cominciò pian piano a togliersi il mantello.
Il sole molto soddisfatto intensificò il calore dei suoi raggi , fino a farli diventare incandescenti.
L’uomo rosso per il gran caldo, guardò le acque del fiume e senza esitare si tuffò.
Il sole alto nel cielo rideva e rideva!!
Il vento deluso e vinto si nascose in un luogo lontano.
Favola Esopo.

Il potere che le clessidre hanno su di me

Un caro amico mi ha chiesto se avessi un particolare interesse per gli orologi e per le clessidre. Effettivamente quando vedo un orologio ho una clessidra particolare mi viene voglia di acquistarle. Allora e per questo motivo ho voluto approfondire e capire il valore dell’oggetto “Clessidra”

Fragili come il tempo che inesorabilmente fugge, misura convenzionale e misura astratta dello spazio temporale, la clessidra è la rappresentazione più antica e più famigliare dell’irreversibilità del tempo. Le clessidre erano il compagno preferito degli eruditi perché più pratiche degli orologi ignei come la candela.

Il termine clessidra deriva da “clepto” (rubare) e “hidro” (acqua). Ostentate come simbolo di sapere scientifico, erano usate come strumenti di misura del tempo astrale e del tempo corporale. Il possesso di una clessidra era fonte di prestigio ma anche di autorità e di rispetto. Quando un professore entrava in classe si doveva udire la sabbia cadere nella clessidra. Indispensabile strumento di ogni uomo di sapere, la clessidra è la compagna silenziosa e discreta che misura il tempo delle riflessioni scientifiche e quello delle meditazioni filosofiche.

Già in uso nel XIV secolo, come testimoniato da dipinti e affreschi, è a partire dal XVI secolo che diventa un oggetto di uso quotidiano, quando si diffuse capillarmente fra uomini di scienza e letterati, per via dell’assoluta assoluta precisione di misurazione che garantiva. Regolato l’inizio della rotazione sulla prima ora del quadrante solare, tutte le attività umane diurne erano predeterminate e regolate dagli intervalli scanditi dalle clessidre.

I quarti delle campane, le lotte, i duelli, la durata di un matrimonio o l’assemblea di una congregazione, tutto era cronometrato con l’orologio a sabbia.

Usare l’incoraggiamento. Mostrare quant’è facile correggere gli errori.

Clarence M. Jones, uno degli insegnanti del nostro corso a Cincinnati, nell’Ohio, raccontò che l’incoraggiamento e il mostrare quanto sia facile correggersi cambiò completamente la vita di suo figlio.

“Nel 1970 mio figlio David, che aveva allora quindici anni, venne a vivere con me a Cincinnati. Aveva avuto un’infanzia difficile nel 1958 per un incidente di macchina aveva subito un colpo in testa che gli aveva lasciato un’orrenda cicatrice sulla fronte. Nel 1960 sua madre e io divorziammo e lui andò a vivere a Dallas con lei. Fino a quindici anni aveva passato la maggior parte degli anni scolastici in classi differenziali; forse a causa della ferita gli insegnanti avevano deciso di considerarlo un ritardato e non volevano saperne di ritenerlo un individuo normale. Era indietro di due anni. Non sapeva fare le moltiplicazioni, per le addizioni usava ancora le dita e a stento sapeva scrivere.”

“C’era solo un aspetto positivo; gli piaceva un sacco lavorare con le radio e i televisori. Voleva diventare un tecnico televisivo. Io incoraggiavo le sue ambizioni e gli facevo notare che aveva bisogno della matematica per qualificarsi nella sua professione. Decisi di aiutarlo a diventare bravo in matematica. Comperammo quattro set di giochi matematici: moltiplicazione, addizione, divisione, sottrazione. Giocavamo insieme e quando David non trovava la risposta giusta gliela spiegavo io e lui poi si esercitava finché non riusciva a darla giusta spontaneamente. Lo incoraggiavo moltissimo ogni volta che dava la risposta esatta, specie se era una domanda nel rispondere alla quale di solito sbagliava clamorosamente. Ogni sera ci cronometravamo per stabilire i tempi di risposta. Gli promisi che, non appena fosse stato in grado di dare tutte le risposte esatte in otto minuti, avremmo smesso di fare quell’esercizio ogni sera. Sembrava una meta impossibile per David. La prima sera ci mise 52 minuti, la seconda 48, poi 45, 44, 41, poi sotto i 40 minuti. Festeggiavamo ogni volta che il tempo diminuiva. Andavo a chiamare la mia seconda moglie, ci abbracciavamo e facevamo festa insieme. Alla fine del mese era riuscito a dare tutte le risposte giuste in otto minuti.

Quando faceva un piccolo miglioramento, gli chiedevamo di migliorare ancora. Aveva fatto la fantastica scoperta che imparare è facile e divertente.

“Naturalmente i voti in algebra ebbero un balzo all’insù. È fantastico constatare come è più facile l’algebra se si sanno fare le moltiplicazioni. Si stupì lui stesso di portare a casa un “buono” in matematica. Mai successo prima. Altri cambiamenti si manifestarono con incredibile rapidità. La sua capacità di lettura migliorò rapidamente, e cominciò a mostrare un talento naturale nel disegno. Più tardi, nel corso dell’anno scolastico, l’insegnante di scienze gli assegnò il compito di preparare una dimostrazione esplicativa. Lui scelse di sviluppare una serie molto complessa di modelli per dimostrare come funzionano le leve. Si richiedeva non solo abilità nel disegno e nel fare i modelli, ma anche in matematica applicata. La sua dimostrazione ebbe il primo premio nella sua scuola e il terzo fra tutte le scuole della città.

“Ecco come stavano le cose: era un ragazzo indietro di due anni nell’apprendimento cui era stato detto che era ritardato. Era stato chiamato “Frankenstein” dai suoi compagni di classe e si era sentito dire che con ogni probabilità quel poco cervello che aveva lo aveva perso perché era fuoriuscito dalla ferita quando si era fatto male da piccolo. Improvvisamente aveva scoperto che poteva imparare e fare belle cose. Risultato: da allora fino alla fine delle superiori fu sempre tra i primi. Nella scuola superiore fu iscritto nel libro d’oro. Dopo aver capito che imparare era facile, tutta la sua vita era cambiata.”

Dale Carnegie

Dedicata a Gabriele